venerdì
E' morta Oriana Fallaci
E' morta a Firenze, sua città natale. La giornalista e scrittrice era malata da tempo di un male incurabile che l'aveva costretta ad un ciclo di cure nell'ultimo periodo molto intense. Autrice di numerosi libri, la giornalista aveva fatto molto parlare di sé per le opere scritte dopo l'11 settembre che avevano suscitato molte polemiche. Le esequie verranno celebrate in forma strettamente privata, come chiesto dalla stessa Fallaci.
Molte le interviste celebri: da Nguyen Cao Ky, Yasser Arafat, Mohammad Reza Pahlavi, Henry Kissinger, Walter Cronkite, Indira Gandhi, Golda Meir, Nguyen Van Thieu, Zulfikar Ali Bhutto, Willy Brandt, l'Ayatollah Khomeini, e Muammar Gheddafi. Tante anche le collaborazioni con giornali prestigiosi di tutto il mondo, tra cui: New Republic, New York Times Magazine, Life, Le Nouvelle Observateur, The Washington Post, Look, Der Stern, e Corriere della sera. Oriana Fallaci viveva a New York, nell'Upper East Side di Manhattan. Da molti anni lottava contro il cancro da lei definito "L'Alieno".
Con i suoi recenti libri e articoli sulle tematiche dell'11 settembre, che hanno suscitato sia interesse che contestazioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica, la scrittrice si era collocata ideologicamente in una posizione che lei definiva di "difesa della cultura occidentale", in netta contrapposizione al fondamentalismo islamico. Secondo altri, le sue posizioni erano invece controproducenti per la stessa cultura occidentale, in quanto riducevano lo scontro ad uno scontro adialettico e "violento" e quindi non proprio alla tradizione della cultura occidentale.
Le polemiche negli ultimi giorni, proprio a proposito dei rapporti con l'Islam, sono rimbalzate su tutto il web: complice il grido lanciato su Al Jazeera a proposito delle parole del Papa: "Chieda scusa all'Islam". Il Santo Padre, qualche giorno fa, in visita nella sua città natale, citò le parole dell'imperatore Michele Paleologo a proposito dell'incontro fra religioni (n.d.r., l'imperatore era cristiano e il suo interlocutore, un uomo della sua corte, musulmano) e della ragione con la fede; ebbene, come era prassi della retorica medievale, si introduceva il discorso ironicamente, o almeno mostrando l'apparente lato negativo dell'argomento (così come leggiamo nel testo seicentesco "La luce mattutina")Ebbene ecco le parole dell'imperatore, lette dal Papa: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo e troverai soltanto delle cose cattive e disumane".
Da ricordarsi che quegli erano gli anni delle crociate e dell'imperialismo, soprattutto culturale, della Chiesa!
La domanda appare chiara: che l'Islam vorrebbe eliminare la libertà di leggere le fonti? Che non si può contestualizzare il testo? Forse che vorrebbero loro oggi, fare quello che la Chiesa fece ignominosamente a suo tempo? Sembra proprio che le comunità islamiche non siano d'accordo sulla precisazione che lo stesso Ratzinger aveva proposto a proposito dell'intolleranza di natura religiosa nei confronti delle civiltà orientali e occidentali: ‘Le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio nella esclusione del divino dall’universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime. Una ragione che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture’.
La religione non può essere fondamento di un conflitto, di una guerra, di una qualsiasi forma di violenza, di un attacco o di un voler eliminare gli altri.
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