sabato

Catullo



Viviamo e amiamoci, o mia Lesbia
e ogni acida censura di vecchi
come un soldo bucato gettiamo via.
Il sole che muore rinascerà
ma questa luce nostra fuggitiva
una volta abbattuta, dormiremo
Dammi baci cento baci mille baci
e ancora baci cento baci e mille baci!
Le miriadi dei nostri baci
tante saranno che dovremo poi
per non cadere nelle malie
di un invidioso che sappia troppo,
perderne il conto scordare tutto.

giovedì

Cu 'mme


C'è una canzone in napoletano stupenda...parla dell'amore, della pienezza di questo sentimento, che ti sballotta qui e là, come fossi in balia del mare: e un invito, anzi una preghiera: fai la strada Cu 'mme...



Cu 'mme

Mia Martini & Roberto Murolo

E. Gragnaniello

Scinne cu 'mme
nfonno o mare a truva'
chillo ca nun tenimmo acca'
vieni cu mme
e accumincia a capi'
comme e' inutile sta' a suffri'
guarda stu mare
ca ci infonne e paure
sta cercanne e ce mbara'
ah comme se fa'
a da' turmiento all'anema
ca vo' vula'
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo' sape'
no comme se fa'
adda piglia' sultanto
o mare ca ce sta'
eppoi lassa' stu core
sulo in miezz a via
saglie cu 'mme
e accumincia a canta'
insieme e note che l'aria da'
senza guarda'
tu continua a vula'
mientre o viento
ce porta la'
addo ce stanno
e parole chiu' belle
che te pigliano pe mbara'
ah comme se fa'
a da' turmiento all'anema
ca vo' vula'
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo' sape'
no comme se fa'
adda piglia' sultanto
o mare ca ce sta'
eppoi lassa' stu core
sulo in miezz a via
ah comme se fa'
a da' turmiento all'anema
ca vo' vula'
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo' sape'
no comme se fa'
adda piglia' sultanto
o mare ca ce sta'
eppoi lassa' stu core
sulo in miezz a via

lunedì

L'ozio


Un bel post sull'OZIO!

Beer, Marina. L’ozio onorato. Saggi sulla cultura letteraria italiana del Rinascimento. Roma: Bulzoni, 1997

"La contrapposizione fra otium ("ozio") e negotium ("attività lavorativa") è concepita, nella tradizione classica, come una necessaria alternanza fra gli svaghi e gli impegni della vita pubblica. Il termine negotium è composto da nec e otium e significa letteralmente "non ozio": «nostrum autem otium negotii inopia, non requiescendi studio constitutum est» (Cicerone, De officiis, III 1: "il mio ozio, invece, è imposto non già dal desiderio di quiete, ma dal non aver più nulla da fare").
Il tema topico dell’otium litteratum, ovvero l’ozio dedicato ad attività culturali, alle humanae litterae, è teorizzato ancora da Cicerone nelle Tuscolanae disputationes: «quid est autem dulcius otio litterato? is dico litteris, quibus infirmitatem rerum atque naturae et in hoc ipso mundo caelum terras maria cognoscimus» (V 36: "cosa c’è di più dolce dell’ozio letterario? Alludo a quegli studi per mezzo dei quali arriviamo a conoscere l’infinita natura, e il cielo e la terra e i mari, mentre siamo ancora nel mondo").
Già nella fondazione classica di queste categorie l’otium rimanda alla solitudine, intesa come dedizione alla vita contemplativa, perché «otium sine litteris», dice Seneca, «mors est et hominis vivi sepultura» (Ad Lucilium, X 82: "Il riposo senza gli studi è anch’esso morte, è sepoltura di un uomo vivente").
L’esaltazione della vita ritirata, il desiderio dell’otium come occasione di riflessione e di studio è oggetto di una delle più celebri opere di Petrarca, il De vita solitaria. Ad un’esistenza immersa nel caos e nel frastuono cittadino, il poeta contrappone l’isolamento e la pace della campagna, che consente la pratica di un otium interamente consacrato alla lettura e alla scrittura, in un costante colloquio con gli Antichi e le loro opere.
L’ozio ha una doppia accezione, sia positiva che negativa (in questo caso si chiama otiositas), così definita da Polyanthea: «quum quis quiete necessaria saluti corporis accepta, vacat ab aliquo opere spirituali vel corporali, et est filia acediae» ("quando qualcuno, raggiunta la quiete necessaria alla salute del corpo, resta senza fare niente di spirituale o materiale, ed è figlia dell’accidia"). L’ozio è dunque correlato al vizio dell’accidia, affine alla pigritia ("pigrizia"), all’inertia ("indolenza"), alla fatigatio animi ("stanchezza d’animo"). Continua Polyanthea: «Otium est vacatio a labore, cuius contrarium negotium est. Aliquando otium pro literarum studio capitur» ("L’ozio è sospensione del lavoro, e il suo contrario è l’attività. Talvolta si ozia per dedicarsi agli studi letterari").
Come condizione perniciosa di inattività e di inoperosità, l’ozio è stigmatizzato da Alberti nei Libri della famiglia: «El grembo degli oziosi sempre fu nido e cova de’ vizii; nulla si truova tanto alle cose pubbliche e private nocivo e pestifero quanto sono i cittadini ignavi e inetti. Dall’ozio nasce lascivia; dalla lascivia nasce spregiare le leggi; dal non ubbidire le leggi segue ruina ed esterminio delle terre» (II 70). Ma sempre l’Alberti parla di «onestissimo ozio» (III 290), in riferimento all’otium umanistico dello studiolo: come sinonimo di attività intellettuale, l’ozio rimanda a quei gentiluomini che, presso le corti di Antico Regime, si occupano di lettere per acquisire fama e benefici, cioè onore e utile. In questo senso l’ozio diviene quindi occupazione onesta e pertanto onorata.
Una connotazione negativa ha lo stare in ozio per Machiavelli, poiché in esso si annida il pericolo, il rischio della rovina dello stato: «perché la cagione della disunione delle repubbliche il più delle volte è l’ozio e la pace; la cagione della unione è la paura e la guerra»(Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio, II 25). Significativa, a questo proposito, è la seguente affermazione di Castiglione: «però è ancora officio del bon principe istituire talmente i populi suoi, e con tai leggi ed ordini, che possano vivere nell’ocio e nella pace senza periculo e con dignità e godere laudevolmente questo fine delle sue azioni che deve esser la quiete» (Libro del Cortegiano, IV 27). Ma è sempre Castiglione ad affermare che «l’ocio troppo facilmente induce mali costumi negli animi umani» (IV 28).
Come vizio sociale è condannato nei Ricordi di Saba da Castiglione, nel capitoletto intitolato "Cerca a fugire l’ozio", dove riprende una persuasione proverbiale: «Per esser l’ozio da ciascun dannato e vituperato come fomento e ministro di ogni vizio, di continuo il fuggirete, come nemico capitale di ogni virtù».
Questa immagine negativa dell’ozio sostituisce, nel Cinquecento della Controriforma, l’ideale umanistico, e infatti l’immagine prodotta dall’Iconologia di Ripa corrisponde a un comportamento tutto vizioso, nei dettagli iconografici: «Giovane grasso, in una caverna oscura, sedendosi appoggiato col gomito sinistro sopra d’un porco che stia disteso in terra, e con la medesima mano si gratti il capo; sarà tutto sonnacchioso». Ripa ricorda, poi, i seguenti versi di Ariosto, in cui è presentata una simile allegoria dell’ozio: «In questo albergo il grave sonno giace; / l’ozio da un canto corpulento e grasso» (Orlando furioso, XIV 93).


Galassia Gutenberg



Expo Napoli Palazzo dei Congressi by Terminal Napoli SpA
Stazione Marittima - Molo Angioino


Galassia Gutenberg inaugura la diciottesima edizione in una nuova sede espositiva: la nuova Stazione Marittima, nel Porto di Napoli al centro della città. Gli spazi, rinnovati e funzionali, garantiscono la fruibilità ed efficienza sia dell’area fieristica sia dell’area congressuale che ospiterà gli appuntamenti del festival letterario.

RAGAZZI...CI SARO' ANCH'IO!

Venerdì 16 marzo dalle 16,00 alle 18,30

correte a darmi sostegno!

giovedì

Festa delle donne





Anche se credo che la festa delle donne sia una cretinata, perché secondo me la Vostra festa viene tutti i giorni, da festeggiare con un pensiero, con una carezza o con un semplice sorriso, perdonatemi se proprio oggi vi mando un rametto di mimosa...

Un bacione a tutte

VIVA LE DONNE!!!

martedì

Mi pensi?



Chissà se mi hai mai pensato
quando chiudi gli occhi,

poco prima di addormentarti.
Chissà se hai mai ascoltato
la mia voce quando dal tuo cuore
corre e corre e si fa brivido,
prima che rimanga imprigionata,
chissà, dentro una canzone
o dentro una poesia
…che leggerò,
ogni volta che avrò voglia
di vederti,
di sentirti,
di assaggiarti ancora,
limpida e intrigante, nascosta,
chissà, perfino nel cuore di una rosa.

lunedì

Grazie Irene



ciao a tutti!
volevo approfittarne per ringraziare qui, pubblicamente, la grande Irene, che, letto il mio libro, ne ha fatto una bellissima recensione sulla rivista Whipart...

grazie di cuore, Irene!

sempre alla grande!!!!!!!

giovedì

Due pensieri



Siate il meglio...


Se non potete essere un pino sulla vetta di un monte
siate un cespuglio nella valle, ma siate il miglior
piccolo cespuglio sulla sponda del ruscello.
Siate un cespuglio se non potete essere un albero.
Se non potete essere una via maestra,
siate un sentiero.
Se non potete essere il sole siate una stella:
non con la mole vincete o fallite.

Siate il meglio di qualunque cosa siate. Cercate ardentemente di scoprire a cosa siete chiamati e poi mettetevi a farlo appassionatamente.

(Martin Luther King)




"Ma l'uomo non è fatto per la sconfitta.L'uomo può essere ucciso, ma non sconfitto".

ERNEST HEMINGWAY