martedì

















Se hai un sogno, sei hai veramente un sogno, allora rispettalo.
Non perchè è importante per gli altri. Rispettalo solo perchè è tuo.

You are the books you read, the films you watch, the music you listen to, the people you meet, the dreams you have, the conversations you engage in. You are what you take from these. You are the sound of the ocean, the breath of fresh air, the brightest light and the darkest corner. You are a collective of every experience you have had in your life. You are every single day. So drown yourself in a sea of existence. Let the words run through your veins and let the colours fill your mind.

lunedì



Nessuno mai può esser cacciato dai ricordi:
si può esser cacciati dall'Eden, oppure da una vita, o da una città.
Ma mai dai ricordi. Ogni ricordo ha in sè un incontro.
a ricordarci che non vale mai la pena chiudere il cuore

giovedì

la dolcezza

 


La dolcezza dei tuoi occhi
i sogni sulle tue labbra
il desiderio sul tuo corpo
gli istanti di un giorno
che addormentano ancora la luna
nelle sere dei ricordi.
Ancora una volta
ho ritrovato le tue ali,
tra le coperte della vita.

venerdì


Quel primo momento, quel momento preciso quando i miei occhi incontrarono i tuoi. Me lo ricordo ancora. Quando entrasti, con la tua gonna di jeans e ti vidi così bella, così immensa, così irragiungibile passarmi accanto, i tuoi capelli sciolti, le tue labbra truccate, camminare a qualche metro da me. Mi dissi solo: "No, tu no" rispondendomi chissà a cosa, forse solo ad un misterioso istinto che mi imponeva di vederti diversa, alta sopra tutte le cose, e sopra tutti. Mi dissi "no" anche al mio desiderio di continuare a guardarti, di seguirti con lo sguardo, di capire se ci fosse una parte più bella delle altre. Mi dissi "no" ancora una volta, quando si affacciò nella mia testa il pensiero di salutarti, di parlarti, di dirti quanto eri bella. Abbassai lo sguardo, vergognandomi come se avessi fatto un peccato. Puoi immaginare quando ti sedesti di fronte a me: ricordo che il mio istinto fu di alzarmi e andare via, scappando da te, dai tuoi occhi così blu come non avevo mai visto, dal tuo sguardo così profondo, come avevo sempre immaginato in una donna. è stata l'unica volta nella mia vita in cui mi sono sentito piccolo. Cercavo di sbirciarti, nascondendomi dietro ad un monitor, con la speranza di non essere visto da te, di non essere preso in giro; e li vidi quegli occhi, perdersi in uno sguardo, in un punto in alto e chiudersi in sè: apristi leggermente le labbra, come chi è affascinato da una visione. E toccai con mano la curiosità di sapere se veramente eri in grado di vedere l'invisibile, se veramente riuscivi a vedere cose che io non riuscivo nè a sentire nè a percepire. Ti accorgesti di me, apristi tutti gli occhioni su di me, come i bambini che vengono sorpresi con le mani nella marmellata; e mi rapisti. Mi rapì la tua bellezza, mi rapì il tuo essere lì, mi rapì tutto quello che preannunciavi: sorridesti, ma il più bel sorriso me l'hai donato mesi dopo... 

lunedì

la favola del colibrì


Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all'avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà. 
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l'incendio stava per arrivare anche lì. 
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d'acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. 
Il colibrì, però, non si perse d'animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d'acqua che lasciava cadere sulle fiamme. 
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: "Cosa stai facendo?". L'uccellino gli rispose: "Cerco di spegnere l'incendio!". 
Il leone si mise a ridere: "Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?" e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l'uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un'altra goccia d'acqua. 
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. 
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d'acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme. 
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d'animale si prodigarono insieme per spegnere l'incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. 
Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell'antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell'aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco. 
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l'arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l'incendio poteva dirsi ormai domato. 
Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: "Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d'acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D'ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo".

venerdì



A volte apri un cassetto e trovi tante cose che avevi messo lì tempo addietro. Ci puoi trovare di tutto in quel cassetto. Un cd, dei regali, delle sorprese, la bottiglietta di un profumo ormai vuoto, una fascia di un concorso, una scatola di latta tutta ammaccata, le casse di un pc, un cellulare, un quadernetto dai fogli scuri con una sola pagina scritta dentro, e tanti tanti tanti bigliettini. Aprire quel cassetto è come aprire la porta della tua anima. E ti ricordi le sere che mettevi quel profumo, ti ricordi la voglia di correre ad ascoltare un cd misterioso, ti ricordi una casa, una stanza, un letto. Ti ricordi una cucina, un sorriso, due occhi e delle labbra morbdissime. Ti ricordi chi eri quando sentivi chiamare il tuo nome. Ti ricordi che sapore aveva il mondo fuori da una finestra, e che profumo aveva l'amore. "ti aspetterò su quelle scale" era la cosa più bella da dire, per incantare un momento, per fermarlo nel tempo, per renderlo eterno, per renderlo solo tuo. Era quello il posto dove il buio non entrava, dove la notte non calava se non per coprire e nascondere i baci, dove domani era un altro modo di chiedere un ultimo bacio, di dirsi un'altra volta ti voglio. Ascolti la voce registrata su quel cellulare, come un messaggio che viene da lontano. Chiudi gli occhi per un po' e ti lasci cullare da quello che puoi immaginare. Allora quel nastro intorno alle mani ti sembra di sentirlo ancora. Così finisci col riaprirli gli occhi, lo fai, non c'è niente che tenga. E finisci col chiedere un bacio alla notte.

lunedì

Sì, io t'amo.

Candice Swanepoel


Il tuo sguardo, nudo, fremente,
che di notte raccoglie i miei sogni,
il tuo sguardo, nudo
che vive di emozioni, di mondo
il tuo sguardo, profondo,
Il tuo sguardo, fa silenzio,
e lievita piano, come le ore di luglio,
il tuo sguardo di dolce assenzio
che rende le mie notti e i miei giorni
un sì deciso: sì, io t' amo.