lunedì

Giordano Bruno


Sono indeciso se postare la lettera nella sua interezza: necessità mi spinge a farlo, ma il buon senso (mettendomi nei panni di un lettore) mi invita a fare il contrario. Comunque oggi presentiamo la lettera di Giordano Bruno, raccomandandone la lettura. Sembra che di questi periodi possa far bene...

EPISTOLA ESPLICATORIA SCRITTA AL MOLTO ILLUSTRE ED ECCELLENTE CAVALLIERO SIGNOR FILIPPO SIDNEO DAL NOLANO

Cieco chi non vede il sole, stolto chi nol conosce, ingrato chi nol ringrazia; se tanto è il lume, tanto il bene, tanto il beneficio; per cui risplende, per cui eccelle, per cui giova; maestro de sensi, padre di sustanze, autor di vita. Or non so qual mi sarei, eccellente Signore, se io non stimasse il vostro ingegno, non onorasse gli vostri costumi, non celebrasse gli vostri meriti; con gli quali vi siete scuoperto a me nel primo principio ch'io giunsi a l'isola Britannica, per quanto v'ha conceduto il tempo; vi manifestate a molti, per quanto l'occasione vi presenta; e remirate a tutti, per quanto vi mostra la vostra natural inclinazione veramente eroica. Lasciando, dunque, il pensier dei tutti ai tutti, ed il dover de' molti a' molti, non permetta il fato, che io, per quel tanto che spetta al mio particolare, come tal volta mi son mostrato sensitivo verso le moleste ed importune discortesie d'alcuni; cossì avanti gli occhi de l'eternità vegna a lasciar nota d'ingratitudine, voltando le spalli a la vostra bella, fortunata e cortesissima patria, prima ch'al meno con segno di riconoscenza non vi salutasse, gionto al generosissimo e gentilissimo spirito del signor Folco Grivello. Il quale, come con lacci di stretta e lunga amicizia, con cui siete allevati, nodriti e cresciuti insieme, vi sta congionto: cossì nelle molte e degne, esterne ed interne perfezioni v'assomiglia; ed al mio riguardo fu egli quel secondo, che, appresso gli vostri primi, gli secondi offici mi propose ed offerse: quali io arrei accettati, e lui certo arrebe effettuati, se tra noi non avesse sparso il suo arsenito de vili, maligni ed ignobili interessati l'invidiosa Erinni.Sì che, serbando a lui qualch'altra materia, ecco a voi presento questo numero de dialogi, li quali certamente saranno cossì buoni o tristi, preggiati o indegni, eccellenti o vili, dotti o ignoranti, alti o bassi, profittevoli o disutili, fertili o sterili, gravi o dissoluti, religiosi o profani, come di quei, nelle mani de quali potran venire, altri son de l'una, altri de l'altra contraria maniera. E perché il numero de stolti e perversi è incomparabilmente più grande che de sapienti e giusti, aviene che, se voglio remirare alla gloria o altri frutti che parturisce la moltitudine de voci, tanto manca ch'io debba sperar lieto successo del mio studio e lavoro, che più tosto ho da aspettar materia de discontentezza, e da stimar molto meglior il silenzio ch'il parlare. Ma, se fo conto de l'occhio de l'eterna veritade, a cui le cose son tanto più preciose ed illustri, quanto talvolta non solo son da più pochi conosciute, cercate e possedute, ma, ed oltre, tenute a vile, biasimate, perseguitate; accade ch'io tanto più mi forze a fendere il corso de l'impetuoso torrente, quanto gli veggio maggior vigore aggionto dal turbido, profondo e clivoso varco. Cossì dunque lasciaremo la moltitudine ridersi, scherzare, burlare e vagheggiarsi su la superficie de mimici, comici ed istrionici Sileni, sotto gli quali sta ricoperto, ascoso e sicuro il tesoro della bontade e veritade, come, per il contrario, si trovano più che molti, che sotto il severo ciglio, volto sommesso, prolissa barba e toga maestrale e grave, studiosamente a danno universale conchiudeno l'ignoranza non men vile che boriosa, e non manco perniciosa che celebrata ribaldaria.Qua molti, che per sua bontà e dottrina non possono vendersi per dotti e buoni, facilmente potranno farse innanzi, mostrando quanto noi siamo ignoranti e viziosi. Ma sa Dio, conosce la verità infallibile che, come tal sorte d'uomini son stolti, perversi e scelerati, cossì io in miei pensieri, paroli e gesti non so, non ho, non pretendo altro, che sincerità, simplicità, verità. Talmente sarà giudicato dove l'opre ed effetti eroici non saran creduti frutti de nessun valore e vani; dove non è giudicata somma sapienza il credere senza discrezione; dove si distingueno le imposture de gli uomini da gli consegli divini; dove non è giudicato atto di religione e pietà sopraumana il pervertere la legge naturale; dove la studiosa contemplazione non è pazzia; dove ne l'avara possessione non consiste l'onore, in atti di gola la splendidezza, nella moltitudine de servi, qualunque sieno, la riputazione, nel meglio vestire la dignità, nel più avere la grandezza, nelle maraviglie la verità, nella malizia la prudenza, nel tradimento l'accortezza, ne la decepzione la prudenza, nel fengere il saper vivere, nel furore la fortezza, ne la forza la legge, ne la tirannia la giustizia, ne la violenza il giudicio; e cossì si va discorrendo per tutto.
(to be continued...)

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma giordano bruno fu bruciato vivo per eresia? c'entra anche questo libro e questa sua visione del mondo?