giovedì

Pico della Mirandola


Probabilmente la fama di Pico della Mirandola è più che ormai una garanzia all'ascolto dei suoi discorsi: tuttavia, sempre più, come purtroppo è d'uso di questi tempi, v'è una continua propensione all'allontanarsi da tutti quei valori conquistati e sedimentati nella nostra cultura, non tanto nell' obliarli quanto, ancor peggio, nel rivestirli di una banale e mediocre retorica.
Tra le lettere possiamo inserire anche questa introduzione di Pico della Mirandola alle sue 900 tesi. Come sempre è una lettera dal passato: e in essa ritroviamo uno dei valori capisaldi della nostra cultura, la tanto sospirata libertà.

"Già il sommo Padre, già l'architetto divino aveva costruito, con le leggi della sua arcana sapienza, questa dimora terrena, questo tempio augustissimo della divinità, che è il nostro mondo. Già aveva posto gli spiriti ad ornamento della regione superna; già aveva seminato di anime immortali i globi eterei e riempito di ogni genere di animali le impure e lercie parti del mondo inferiore. Ma compiuta la sua opera, l'artefice divino vide che mancava qualcuno che considerasse il significato di così tanto lavoro, ne amasse la bellezza, ne ammirasse la grandezza. Avendo, quindi, terminata la sua opera, pensò da ultimo - come attestano Mosè e Timeo- di produrre l'uomo. [...] Ormai tutto era pieno, tutto era stato occupato negli ordini più alti, nei medii e negl'infimi. [...] Stabilì, dunque, il sommo Artefice, dato che non poteva dargli nulla in proprio, che avesse in comune ciò che era stato dato in particolare ai singoli. Prese pertanto l'uomo, fattura priva di un'immagine precisa e, postolo in mezzo al mondo, così parlò: «Adamo, non ti diedi una stabile dimora, né un'immagine propria, né alcuna peculiare prerogativa, perché tu devi avere e possedere secondo il tuo voto e la tua volontà quella dimora, quell'immagine, quella prerogativa che avrai scelto da te stesso. Una volta definita la natura alle restanti cose, sarà pure contenuta entro prescritte leggi. Ma tu senz'essere costretto da nessuna limitazione, potrai determinarla da te medesimo, secondo quell'arbitrio che ho posto nelle tue mani. Ti ho collocato al centro del mondo perché potessi così contemplare più comodamente tutto quanto è nel mondo. Non ti ho fatto del tutto né celeste né terreno, né mortale, né immortale perché tu possa plasmarti, libero artefice di te stesso, conforme a quel modello che ti sembrerà migliore. Potrai degenerare sino alle cose inferiori, i bruti, e potrai rigenerarti, se vuoi, sino alle creature superne, alle divine".

1 commento:

Anonimo ha detto...

viva la dignità dell'uomo!
è un testo bellissimo e credo fondamentale per ogni singolo individuo. E come attuale, se pensiamo agli orrori della guerra, alle torture deii prigionieri, e a ogni altro crimine sulla povera gente!