martedì

Giovanni Falcone



Giovanni Falcone: l'uomo che sfidò Cosa Nostra.

Dopo che la serie tv in due puntate, ispirata al libro «Storia di Giovanni Falcone» di Francesco La Licata (Feltrinelli), intitolata e dedicata alla vita di Giovanni Falcone, con Massimo Dapporto ed Elena Sofia Ricci protagonisti, per la regia dei fratelli Antonio e Andrea Frazzi, rischiava di non andare in onda, dobbiamo per forza di cose, fare un bel sospiro di sollievo e complimentarci per chi si opposto a questa ridicola censura. Sì, perchè era stato presentato il ricorso, con procedura d'urgenza (art.700) di un magistrato, Vincenzo Geraci, ex collega a Palermo di Giovanni Falcone e da molti anni residente a Roma, perchè fosse bloccato il film, a suo avviso denigratorio nei suoi confronti: si sente infatti diffamato da un personaggio, il giudice Rosario Lo Monaco (figura inventata ed interpretata da Carlo Cartier) antagonista di Falcone nella fiction, in cui egli si riconoscerebbe.
Pronta fu la replica del produttore della fiction, Carlo Degli Esposti:
«Aspetto con fiducia la decisione del Tribunale. La correttezza della mia casa di produzione Palomar è fuori discussione, basta ricordare le nostre precedenti fiction su Perlasca, Cefalonia, Bartali, Montalbano, solo per citarne alcune. Spero vivamente che la sentenza non blocchi questo lavoro, in cui abbiamo voluto ricostruire la vera avventura umana di un grande uomo, soprattutto un uomo scomodo e pericoloso per la criminalità».
Per fortuna tutto è finito per il meglio: "Altrimenti Giovanni Falcone rischierebbe di essere ucciso per la seconda volta".
E ieri sera tutti abbiamo potuto rivivere l'esperienza personale di un giudice che, insieme all'amico Paolo Borsellino, sono diventati eroi del nostro tempo. Commoventi poi sono state le immagini dei funerali delle vittime della strage di Capaci, procedimento adattato anche nella fiction realizzata per Mediaset su Paolo Borsellino. E grande l'interpretazione di Massimo Dapporto come di Elena Sofia Ricci, che ci hanno restituito il volto più umano dei personaggi: non possiamo non ricordare l'immagine finale con cui si è chiusa lo sceneggiato: poco prima dello schianto le due mani di Giovanni e Francesca, unite.
Che restino impresse in tutti noi le parole di del Presidente degli Stati Uniti Kennedy, tanto amate da Falcone: "Un uomo fa ciò che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. In questo consiste la dignità umana".

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