lunedì
sabato
dea della speranza
Chiudi gli occhi,
e pensa che io sia vicino a te.
Chiudi gli occhi,
e ascolta semplicemente.
Sentirai il rumore del tuo cuore
che ti dice che non smetterà di sognare;
sentirai il rumore delle tue paure
che ti diranno che sta arrivando la luce.
E sentirai un brivido sulla pelle,
lungo la schiena,
su su fino al collo,
là dove ti baciavo.
Ecco, sono io.
C'è silenzio, è vero:
ma io sto baciando la tua anima.
E tu, ancora tremi.
Ti amo
io credo in te
Ho creduto nell'amore quando ti sentivo ogni minuto della mia giornata.
Ho creduto nell'amore quando tutto quello che facevo, lo facevo per te.
Ho creduto nell'amore, quando a sera, correvo da te, solo per perdermi nei tuoi occhi.
Ho creduto nell'amore, quando, abbracciato con te, parlavamo di sogni e di amore eterno.
Ho creduto nell'amore, quando l'ultima volta che ti ho sentito ti ho detto Ti Amo
Ho creduto nell'amore, quando non trovandoti, ho pregato Dio
Ho creduto nell'amore, quando la disperazione di non poterti vedere, mi ha stretto il cuore.
Ho creduto nell'amore, quando sono corso da te, in quell'aula grande e ti ho visto con gli occhi gonfi di lacrime.
Ho creduto nell'amore, quando dentro di me mi sono detto: non c'entri niente, tu.
Ho creduto nell'amore, perchè non hai bisogno del mio perdono o delle mie parole, ma delle mie braccia e del mio amore.
Ho creduto nell'amore, quando ho ringraziato Dio perchè sei ritornata a casa.
Ho creduto nell'amore, quando non riuscivi a parlare e non mi hai cercato.
Ho creduto nell'amore, quando a testa alta dicevo che ammettere uno sbaglio non è mai vergognoso.
Ho creduto nell'amore, quando sono stato in attesa di un tuo squillo, con il sogno di dirti semplicemente: come stai?
Ho creduto nell'amore, quando ogni mattina, come da anni, passavo sotto la tua finestra, a dirti: buongiorno principessa!
Ho creduto nell'amore, quando mi hanno detto di non chiamare più.
Ho creduto nell'amore, anche quando sono rimasto ad aspettare, consolando il mio cuore e le mie lacrime.
Ho creduto nell'amore, anche quando non ho avuto più parole e sogni cui aggrapparmi.
Ho creduto...e credo nell'amore anche ora, perchè non voglio far altro che amarti.
venerdì
ancora oggi
giovedì
mercoledì
Chiamami ancora amore
lunedì
Per te... che sei ritornata a casa
Sono felice che sei ritornata a casa...
qst canzone è per te,
perchè vorrei dirti che io c'ero,
perchè vorrei dirti che ci sono,
e perchè vorrei avvolgerti di baci...
"e cambierai
la tristezza dei pianti in
sorrisi lucenti tu sorriderai …
e arriverà
il sapore del bacio più dolce
e un abbraccio ti scalderà
arriverà
una frase e una luna di quelle
che poi ti sorprenderà
arriverà
la mia pelle a curar le tue
voglie la magia delle stelle"
mercoledì
sull'amore...
150 anni: e ancora polemiche...
Sinceramente mi sono meravigliato di una cosa:
che al di là degli evidenti strafalcioni matematici di noi altri, neanche dalla sponda umanistico-letteraria ce la caviamo poi bene. è diventato ormai un caso nazionale rispondere alla domanda sul 17 marzo: fare o non fare i festeggiamenti.
E se questo desta preoccupazione perchè sottolinea in maniera fin troppo chiara la consueta abitudine del popolo italiano di tradurre 'festa nazionale' con 'vacanza' più che con 'commemorazione', ciò che dovrebbe destare ancora di più irritazione è che su nessun giornale nè da nessuno storico v'è stato un accenno deciso a istruire il popolo riguardo la necessità di distinguere la ricorrenza dell'Unità d'Italia, da quella della Repubblica Italiana. Perchè se si fosse fatto questo oggi avremmo potuto leggere qualche articolo a proposito del 9 febbraio 1849.
162 anni fa la proclamazione della Repubblica Romana e della promulgazione della prima Costituzione. In quella data, per la prima volta in Italia, il popolo si diede autonomamente una Costituzione.
è troppo chiedere a ognuno di voi, di cercare approfondimenti a riguardo, per tentare di ricostruire il nostro sentimento della Patria e rispondere adeguatamente ai politici di mestiere? è troppo chiedervi di immaginare delle domande sulla nostra storia e rivolgerle ai nostri politici? sarebbe troppo scorretto da parte mia supporre che pochi se non nessuno saprebbero rispondere alle vostre domande?
che al di là degli evidenti strafalcioni matematici di noi altri, neanche dalla sponda umanistico-letteraria ce la caviamo poi bene. è diventato ormai un caso nazionale rispondere alla domanda sul 17 marzo: fare o non fare i festeggiamenti.
E se questo desta preoccupazione perchè sottolinea in maniera fin troppo chiara la consueta abitudine del popolo italiano di tradurre 'festa nazionale' con 'vacanza' più che con 'commemorazione', ciò che dovrebbe destare ancora di più irritazione è che su nessun giornale nè da nessuno storico v'è stato un accenno deciso a istruire il popolo riguardo la necessità di distinguere la ricorrenza dell'Unità d'Italia, da quella della Repubblica Italiana. Perchè se si fosse fatto questo oggi avremmo potuto leggere qualche articolo a proposito del 9 febbraio 1849.
162 anni fa la proclamazione della Repubblica Romana e della promulgazione della prima Costituzione. In quella data, per la prima volta in Italia, il popolo si diede autonomamente una Costituzione.
è troppo chiedere a ognuno di voi, di cercare approfondimenti a riguardo, per tentare di ricostruire il nostro sentimento della Patria e rispondere adeguatamente ai politici di mestiere? è troppo chiedervi di immaginare delle domande sulla nostra storia e rivolgerle ai nostri politici? sarebbe troppo scorretto da parte mia supporre che pochi se non nessuno saprebbero rispondere alle vostre domande?
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