venerdì



A volte apri un cassetto e trovi tante cose che avevi messo lì tempo addietro. Ci puoi trovare di tutto in quel cassetto. Un cd, dei regali, delle sorprese, la bottiglietta di un profumo ormai vuoto, una fascia di un concorso, una scatola di latta tutta ammaccata, le casse di un pc, un cellulare, un quadernetto dai fogli scuri con una sola pagina scritta dentro, e tanti tanti tanti bigliettini. Aprire quel cassetto è come aprire la porta della tua anima. E ti ricordi le sere che mettevi quel profumo, ti ricordi la voglia di correre ad ascoltare un cd misterioso, ti ricordi una casa, una stanza, un letto. Ti ricordi una cucina, un sorriso, due occhi e delle labbra morbdissime. Ti ricordi chi eri quando sentivi chiamare il tuo nome. Ti ricordi che sapore aveva il mondo fuori da una finestra, e che profumo aveva l'amore. "ti aspetterò su quelle scale" era la cosa più bella da dire, per incantare un momento, per fermarlo nel tempo, per renderlo eterno, per renderlo solo tuo. Era quello il posto dove il buio non entrava, dove la notte non calava se non per coprire e nascondere i baci, dove domani era un altro modo di chiedere un ultimo bacio, di dirsi un'altra volta ti voglio. Ascolti la voce registrata su quel cellulare, come un messaggio che viene da lontano. Chiudi gli occhi per un po' e ti lasci cullare da quello che puoi immaginare. Allora quel nastro intorno alle mani ti sembra di sentirlo ancora. Così finisci col riaprirli gli occhi, lo fai, non c'è niente che tenga. E finisci col chiedere un bacio alla notte.